Spesso le immagini parlano più di qualsiasi discorso. E raramente, in modo così emblematico, come quelle che vi mostriamo.
Nella prima foto si vede un raduno del partito nazista a Norimberga, negli anni Trenta. Nella seconda, scattata pochi giorni fa, un campo di addestramento per giovanissime reclute jihadiste in una città siriana del nuovo califfato.
Apparentemente due epoche diverse, due mondi diversi, due generazioni diverse… e invece, a ben guardare, la stessa cosa, la stessa tenebrosa dimostrazione di come il potere possa oscenamente manipolare le coscienze di individui che si affacciano alla vita, stravolgendone quella che il nazista antisemita Heidegger avrebbe chiamato “essenza”. E come, di questa manipolazione, sappia offrire immagini coinvolgenti e, tutto sommato, “allettanti”.
Esattamente come le immagini pornografiche.
Cosa di più ordinato di questi giovani in mutande, perfettamente allineati, tutti della stessa altezza, della stessa pettinatura, dello stesso candido colore della pelle? E cosa di più efficace per la propaganda del califfo, di questi soldati bambini, impalati sull’attenti, impaludati in improbabili ma nuovissime tute mimetiche, attenti alle parole dell’istruttore?
È sempre stato uno degli obiettivi del totalitarismo, quello di inquadrare, irreggimentare, rendere massa l’individuo. Perché l’individuo spersonalizzato è quello che si può meglio manipolare. L’ha fatto il fascismo, l’ha fatto il comunismo autoritario, in tempi andati l’ha fatto anche la Chiesa. È una necessità, per il potere, garantire la propria sopravvivenza alienando la coscienza collettiva della nazione. E illustrando questa alienazione di massa con immagini, come dicevamo, “allettanti”. E pornografiche.
Cosa hanno saputo fare il nazismo, il fascismo e il comunismo autoritario lo sappiamo molto bene, cosa sta facendo e potrà fare questo nuovo fanatismo religioso lo stiamo drammaticamente vedendo in questi giorni. E queste foto non lasciano certo ben sperare.
Massimo Ortalli, Cristina Valenti
Le immagini di questa spigolatura
- Un raduno del partito nazista a Norimberga negli anni Trenta (galleryhip.com).
- Un campo di addestramento per bambini a Raqqa, in Siria (video diffuso dall’Isis).
Un accostamento inquietante ed eloquente. Stimolata dal vostro articolo, ho notato alcuni particolari interessanti, che riguardano la modernizzazione dell’immagine. Laddove i nazisti sfruttavano il mito del corpo nudo, bianco, maschile, Isis guarda all’immaginario globale creato dai media. Le tute mimetiche ci ricordano i film di guerra americani. L’età si abbassa, i bambini sono meno rigidamente posizionati. C’è un capo. L’istruttore di spalla con la testa coperta dal passamontagna lo identifichiamo istintivamente col boia delle decapitazioni. Viene meno il fondo monumentale di Norimberga, il campo di Raqqa è uno dei tanti e i colori si confondono. Indizio sottotono di un altro comportamento diversamente criminale: il disinteresse per l’istruzione, l’arte, la bellezza, la cultura. Scuole prese di mira, capolavori fatti a pezzi, libri e manoscritti distrutti, chitarre bruciate. Qui, come nella scelta di dare la morte all’antica – coltelli e sangue – il secondo totalitarismo rivendica la sua orribile originalità. Un accostamento inquietante ed eloquente. Stimolata dal vostro articolo, ho notato alcuni particolari interessanti, che riguardano la modernizzazione dell’immagine. Laddove i nazisti sfruttavano il mito del corpo nudo, bianco, maschile, Isis guarda all’immaginario globale creato dai media. Le tute mimetiche ci ricordano i film di guerra americani. L’età si abbassa, i bambini sono meno rigidamente posizionati. C’è un capo. L’istruttore di spalla con la testa coperta dal passamontagna lo identifichiamo istintivamente col boia delle decapitazioni. Viene meno il fondo monumentale di Norimberga, il campo di Raqqa è uno dei tanti e i colori si confondono. Indizio sottotono di un altro comportamento diversamente criminale: il disinteresse per l’istruzione, l’arte, la bellezza, la cultura. Scuole prese di mira, capolavori fatti a pezzi, libri e manoscritti distrutti, chitarre bruciate. Qui, come nella scelta di dare la morte all’antica – coltelli e sangue – il secondo totalitarismo rivendica la sua orribile originalità.