Se l’aggettivo “politico”
riacquisterà il suo senso puro
(della polis/della comunità/del bene comune)
si vedrà (si ricorderà)
che il teatro nasce
politico
(Eschilo/Shakespeare/Molière/
Ibsen eccetera)
e che a volte lo è di più, politico,
quando si sente in-vestito, in-abitato
dal vento che tira:
ed è più politico – di più
quando non predica
ma lavora nel profondo della lingua,
nel profondo più profondo del destino
di tutte le forme di rappresentazione
nel mare agitato/inquieto
drammatico
della metamorfosi di tutto.
Giuliano Scabia
giugno 2012
da Passione e ideologia. Il teatro (è) politico, a cura di Stefano Casi e Elena Di Gioia, Bologna, Teatri di Vita, 2012