Oggi al bar siamo tutti più buoni. E’ più buono Eros il tecnico. Dice che Chinaglia, in fondo in fondo, se imparasse a giocare di testa… Fornara ha perdonato a Stambazzini un’uscita con l’asso di coppe per cui non gli parlava dal ’68. E’ più buono il caffè. Il barista lo fa con la miscela delle grandi occasioni, bello caldo e concentrato come se dovesse tirare un rigore. E’ più buono Muzzi. Ha portato l’albero. L’ha segato, di notte, ai giardini comunali. E’ pieno di cuori, frasi d’amore, segni di pallonate e pisciate di barboncini. Non importa, è il pensiero che conta. Nevica, le scarpe gniccano. I bambini schiacciano i nasini sulle vetrine dei negozi di giocattoli. Cocosecco schiaccia il nasone sul vetrinone di un negozio di alimentari e la commessa sviene. Poluzzi fa il papà Natale nel sottopassaggio a cinquecento lire l’ora. Nando spala la neve nei giardini-bene e la tira dentro alle finestre degli emigrati, tanto non hanno il riscaldamento. Nella via illuminata a festa le pellicce si accarezzano nel traffico, facendo le fusa. E’ Natale. E’ più buono il vigile, che mette le multe col rametto di vischio. E’ più buono il nonno da bar, che va a sputare fuori. Trinca viaggia con una sporta con capitone, tacchino e cappone. E’ la tradizione. Dai domenicani hanno fatto un presepe, tutto di marzapane. Il cinno, di nascosto, mangia i re magi e scappa a confessarsi. Fili d’argento si tendono tra il cielo e la terra. E’ una festa per tutti. Al Rotary pranzo gratis per i bambini poveri. Obbligatorio lo smoking. Al bar ci scambiamo i regali. Sigari, cambiali, abbonamenti di tribuna. L’albero, decorato con krapfen e candele di motorino, lampeggia e spande intorno un calore confortante. E’ indubbiamente Natale. Tacchino per tutti. Ai malati dell’ospedale, dentro al brodo. Al carcere, al manicomio e in caserma. E a mezzanotte, ragazzi, un bel presentatarm a Nostro Signore. Oggi siamo tutti uguali: soprattutto i poveri, ospiti d’onore nei discorsi dei cardinali, nelle riunioni conviviali, nei servizi dei telegiornali. Oggi siamo tutti uguali. Il 26, però vado al Sestrière. Buon Natale.
Stefano Benni, Bar Sport, Milano, Mondadori, 1976.