Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri live | opening: KUF
PIERPAOLO CAPOVILLA E I CATTIVI MAESTRI live
opening: KUF
Ingresso riservato ai soci AICS 2022/2023
Dopo la storica militanza ne Il Teatro Degli Orrori, Pierpaolo Capovilla ha recentemente inaugurato l’inizio di un nuovo capitolo discografico insieme a Garrincha Dischi, con l’uscita – il 27 maggio – del suo primo lavoro in studio con l’inedito progetto PIERPAOLO CAPOVILLA E I CATTIVI MAESTRI, dirompente formazione in cui figurano anche Egle Sommacal (Massimo Volume), Fabrizio Baioni (LEDA) e Federico Aggio (Lucertulas).
«Dieci canzoni, otto cazzotti e due carezze, per raccontare questi tempi di violenza e sopraffazione, il paese e il mondo in cui viviamo». Queste le parole di Capovilla per descrivere il nuovo album che, in un momento storico colpito da un conflitto senza precedenti nel cuore dell’Europa, ha come tema dominante proprio la guerra. Guerra intesa come violenza nelle sue diverse accezioni, sia essa militare, simbolica o interiore. Sia essa quella che uccide i corpi o quella che ferisce il cuore. «Ciò che si teme nel disco è ciò che si sta verificando adesso. Non è una profezia, è il terribile ordine delle cose».
Classe 1968, Pierpaolo Capovilla è un musicista ed autore della scena rock indipendente italiana.
Cantante e bassista di uno dei gruppi seminali degli anni ’90, gli One Dimensional Man, con questi suona una serie sterminata di concerti in Italia e in Europa, e pubblica 5 album destinati a lasciare il segno nella storia del rock italiano più radicale e intransigente.
Nel 2005 fonda il gruppo Il Teatro degli Orrori, con cui si cimenta nelle sonorità a lui consuete, questa volta però cantando in italiano, e fra il 2007 e il 2015 pubblica 4 album che ottengono un inaspettato successo di pubblico e di critica.
Suona il basso nei primi due album del quartetto denominato Buñuel, capitanato da Eugene Sterling Robinson.
Nell’opera di Capovilla sono certamente distinguibili la sua devozione per la tradizione del rock più sanguigno di matrice americana, l’affezione per la poesia e la drammaturgia russe, ma anche la passione civile e l’attaccamento ai valori democratici, sempre ribaditi tanto nei concerti quanto negli incontri pubblici.